Nel Comune di Gaglianico è stata costruita un'abitazione Low Energy Building, con involucro verticale in blocchi in laterizio rettificato della gamma Porotherm BIO PLAN
Nel Comune di Gaglianico è stata costruita un'abitazione Low Energy Building, con involucro verticale in blocchi in laterizio rettificato della gamma Porotherm BIO PLAN
A pochi chilometri da Biella, precisamente nel Comune di Gaglianico, paese con poco meno di 4.000 abitanti situato ai piedi delle Alpi, è stato realizzato un edificio residenziale seguendo gli standard Low Energy Building del protocollo Passivhaus. Questo edificio nasce dalla volontà della committenza di realizzare un edificio con particolare attenzione ai materiali impiegati e all’efficienza energetica, per garantire un elevato benessere e comfort degli abitanti.
La villa, abitata da marzo 2019, si sviluppa su un piano fuori terra comprensivo di soppalco: la superficie complessiva è di 169 m2. La pianta è generata dall’intersezione di forme semplici ottenuta dallo studio dell’orientamento solare e dei venti prevalenti. Progettare una Low Energy Building comporta scelte e capacità di governo delle stesse già ante operam da valutare nei minimi dettagli. In questo, la villa unifamiliare a Gaglianico si presenta come un esempio virtuoso.
Le tecniche costruttive impiegate sono differenti: la fondazione a platea è in calcestruzzo armato, il solaio per il soppalco è in laterocemento e la copertura è in legno.
della RV Consulting + Design dell'Ing. Roberto Viazzo
Anche se poco conosciuto, come del resto lo standard PassivHaus, fa parte della terza sezione del protocollo tedesco. Fondamentalmente lo si può definire come la “vera classe A”, che grazie alle rigide imposizioni, deve rispettare un Fabbisogno Termico per riscaldamento, inferiore a 30 Kwh/mqa e soprattutto, un test di tenuta all’aria di 1, oltre ad altri parametri fondamentali e imprescindibili.
Anche per questo tipo di edifici, pur non raggiungendo lo standard Passivo inferiore a 15Kw/mqa, non sono necessari impianti tradizionali, come sistemi radianti a pavimento e/o sistemi a split invasivi o altro. Come può essere possibile? La risposta è nella “maniacale” progettazione dell’involucro, in cui ogni elemento costruttivo è verificato in maniera minuziosa, attraverso il software in dotazione al protocollo, il PHPP. I ponti termici devono essere progettati e verificati, tra i quali, i 3 punti dell’attacco del serramento al setto murario, oltre a progettare e a verificare a lavoro ultimato, attraverso, il Blower Door Test, la reale tenuta all’aria dell’edificio. Solo attraverso tutto questo, si ha la presunzione e la contestuale certezza di quanto “la scatola termica disperde”.
Definita la parte involucro, si “cuce” il giusto impianto, dove l’istallazione delle rinnovabili, come il fotovoltaico, non servono a fare il salto di classe, ma semplicemente ad abbassare i consumi di energia primaria dell’edificio.
La struttura verticale è stata realizzata con un sistema di muratura ordinaria con blocchi in laterizio alleggerito in pasta e rettificati, come elementi resistenti. Questi particolari blocchi forati, i Porotherm BIO PLAN 45 T9, hanno uno spessore di 45 cm e una trasmittanza termica di 0,193 W/ m2K. La rettifica permette la realizzazione di giunti di circa 1 mm di spessore eliminando di fatto il ponte termico che si crea per discontinuità materica tra i blocchi di laterizio e i giunti di malta. In secondo luogo, la fase di posa in opera avviene con maggiore velocità portando grandi vantaggi al cantiere in termini di tempi e costi. Il pacchetto murario, comprendendo gli intonaci a base di calce esterni e interni, complessivamente raggiunge uno spessore di 49 cm e una trasmittanza di 0,191 W/m2K garantendo un ottimo isolamento e un corretto sfasamento termico in regime estivo e invernale.
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