I nostri laterizi protagonisti del progetto di realizzazione di un nuovo quartiere residenziale in cui arte e territorio si fondono in un tutt’uno.
I nostri laterizi protagonisti del progetto di realizzazione di un nuovo quartiere residenziale in cui arte e territorio si fondono in un tutt’uno.
Un vero e proprio quartiere dell’arte che contribuirà alla trasformazione del piccolo borgo medievale di Pieve di Cento (BO) in un museo a cielo aperto: a pochi passi dal centro storico del comune bolognese è stato realizzato un nuovo quartiere residenziale, il Giardino delle Arti, fortemente voluto dall’imprenditore e mecenate Giulio Bargellini. Già fondatore nel 2000 del Museo Magi ‘900, ricavato in un vecchio silo degli anni Trenta salvato dalla demolizione, l’imprenditore di Pieve di Cento ha voluto condividere ancora una volta la sua passione per l’arte con i propri concittadini attraverso lo sviluppo di un complesso residenziale che si affaccia proprio sul giardino delle sculture del museo e che incornicerà la piazza che si verrà così a creare.
E proprio la piazza rappresenta il cuore e l’elemento cardine attorno cui ruota il progetto affidato al team di progettisti formato dagli ingegneri Luca Venturi, Fabio Paoletti e Fabrizio Campanini che consegneràalla cittadina 17 unità residenziali, realizzate secondo il modello delle case a schiera inun unico corpo di fabbrica costituito da due volumi, uniti da un sovrappasso, che delimitano i lati sud ed est del giardino delle sculture su cui si affacciano anche i portici collocati al piano terra e destinati all’uso pubblico.
Un nuovo punto di ritrovo per tutta la cittadinanza del borgo bolognese, un luogo che, nel solco della tradizione, torni a diventare il centro nevralgico della comunità, come auspicato da Giulio Bargellini. Il Giardino delle Arti, secondo la visione di Bargellini diventerà «un centro davvero originale e unico nel suo genere, dal momento che in Italia non esiste un posto come quello che stiamo creando qui a Pieve di Cento. Non esiste nessun altro paese che sia allo stesso tempo un museo, un “paese-museo e un museo-paese” che fa dell’arte e del territorio un tutt’uno».
Un nuovo spazio dedicato all’arte concepito per entrare in contatto con il pubblico in ogni momento del vivere quotidiano, attraverso una corte ispirata all’architettura storica tradizionale che riprende il calore dei portici e dei materiali tipici dell’architettura emiliana.
Proprio per questo tra i materiali protagonisti del progetto vi sono i laterizi wienerberger: «Gli edifici – dichiara l’ing. Campanini – devono durare nel tempo ed essere realizzati con materiali longevi e di qualità. Quando abbiamo iniziato a pensare al borgo l’idea di utilizzare il laterizio ci è sembrata la scelta più ovvia. Ci piace pensare al laterizio come a un materiale oltre la moda, un materiale che ben coniuga l’idea di tradizione con quella di innovazione. I laterizi di wienerberger che abbiamo scelto per il progetto rispondono in maniera convincente e soddisfacente a tutti questi dettami».
Un materiale tradizionale, il laterizio, fortemente legato alle costruzioni del passato che, grazie a wienerberger e al suo processo di ricerca e sviluppo, riesce ancora oggi a garantire elevate prestazioni termiche, strutturali e di durabilità e al tempo stesso rinnovarsi. Un recupero in chiave innovativa di antiche pratiche e tradizioni e modi di agire che rinascono per delineare soluzioni idonee a risolvere le necessità più attuali.
Nello sviluppo di questo comparto residenziale, fin dalle prime fasi di analisi, la scelta progettuale è ricaduta su una soluzione massiva che, semplicemente intonacata, potesse raggiungere elevate prestazioni a livello energetico.
Si è quindi optato per un sistema rettificato, il Porotherm BIO PLAN 38 T9 che, con una trasmittanza U=0,23 W/m2K, potesse garantire una prestazione dell’involucro decisamente migliorativa rispetto ai requisiti normativi. Anche per l’eliminazione del ponte termico in corrispondenza del pilastro, si è scelto un laterizio rettificato, utilizzando la tramezza Porotherm PLANA⁺ Revolution, i cui fori sono saturati di lana di roccia ad alta densità.
Abbinando questi due materiali, estremamente facili da posare, sono stati raggiunti due obiettivi: da un lato, la completa soluzione del ponte termico in corrispondenza del telaio in C.A. e, dall’altro, un supporto omogeneo per l’applicazione dell’intonaco.
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