Interessante esempio di ricostruzione post sisma nel centro storico del capoluogo abruzzese.
Interessante esempio di ricostruzione post sisma nel centro storico del capoluogo abruzzese.
Il prossimo anno L’Aquila raggiungerà il decennale del sisma che nel 2009 ha messo in ginocchio la vita economica, sociale e culturale del capoluogo Abruzzese. Anche se molto a rilento, di esempi di ricostruzione post sisma ce ne sono tanti tra i quali spicca quello del palazzo in Piazza di Santa Maria Paganica ad opera dello studio di ingegneria e architettura 2Studio de L’Aquila. L’edificio rappresenta uno dei primi esempi del capoluogo abruzzese d’inserimento del nuovo in un contesto storico consolidato.
Posto nella centrale piazza di Santa Maria Paganica a L’Aquila, a due passi da Corso Vittorio Emanuele, l’edificio si colloca al lato dello storico Palazzo Ardinghelli, realizzato probabilmente dall'architetto romano Francesco Fontana subito dopo il terremoto del 1703, fronteggiando lungo il lato sud la Chiesa di Santa Maria Paganica, la cui sua edificazione viene fatta risalire ai primissimi anni del XIV secolo. Il progetto, fissando da subito il forte legame con il Palazzo Ardinghelli che con l’antistante Piazza tende a stabilire un rapporto con il luogo nella sua dimensione storica, materica e dimensionale.
All’interno della logica generativa del cento storico l’edificio progettato si propone quindi come il prolungamento contemporaneo del Palazzo Ardinghelli, futura sede distaccata del MAXXI di Roma (il Museo delle arti del XXI secolo di Roma), riprendendo come matrici generative delle facciate le stesse linee architettoniche e rispettandone l’elegante proporzione di vuoti e pieni: la composizione delle bucature, lo svuotamento del volume a ridosso della piazza in corrispondenza dell’angolo sommitale del prospetto sud richiamano formalmente i marcapiani di palazzo Ardinghelli, contrapponendo alle austere modanature settecentesche la geometrica trama dei pannelli di facciata.
Nella complessa interpretazione del rapporto tra nuovo ed esistente all’interno dei centri storici consolidati, il progetto proposto si allontana con decisione dall'uso della mimetica storicistica, alla ricerca di un dialogo con le preesistenze che sia capace di rispettarne l’intrinseco valore senza tuttavia negare la propria contemporaneità e il proprio rapporto con lo spazio pubblico.
La scrupolosa cura della scala dell’intervento e della dipendenza compositiva tra le parti non trascura gli aspetti cromatici e materici, importanti percezioni dello spazio pubblico che avvolge: i pannelli di fibrocemento che compongono la facciata ventilata offrono sensazioni tattili non lontane dall’intonaco dei palazzi limitrofi, ed i colori reinterpretano e dissolvono le cornici delle bucature rispettando le tonalità del contesto.
L’edificio è composto da sette livelli di cui due interrati a destinazione deposito e garage: il piano terra e primo piano hanno una destinazione d’uso direzionale, i tre livelli sovrastanti sono residenziali.
La composizione dell’involucro edilizio pone una profonda attenzione allo studio degli aspetti energetici: il sistema di tamponatura è composto da blocchi termici a cui viene sovrapposta sul lato sud ed ovest dell’edificio una facciata ventilata con pannelli in fibrocemento.
Lo studio di progettazione ha scelto quindi i nostri laterizi per rispettare i più alti livelli di efficienza energetica dell’edificio. In particolare, sono stati scelti i laterizi rettificati Porotherm BIO PLAN 38 T9 che rappresenta una soluzione da tamponamento monostrato in grado di raggiungere una trasmittanza termica U di 0,23 W/m²K ed una conducibilità termica ʎ di 0,09, per garantire eccellenti livelli di prestazione energetica.
“L’impegno progettuale – dice l’Ing. Alessia Rossi del 2Studio, responsabile del progetto - si è dunque profuso per realizzare un involucro termico che garantisse comunque all’edificio eccellenti prestazioni termiche senza rinunciare alla sicurezza sismica: da qui la scelta di utilizzare il blocco Porotherm BIO PLAN 38 T9 (oltre evidentemente alla scelta di opportune stratigrafie anche sui solai e ad un’accurata attenzione al dettaglio dei ponti termici), su cui agganciare la facciata ventilata in lastre di fibrocemento, che caratterizzano la facciata. L’edificio, malgrado i vincoli del centro storico, riesce a raggiungere una classe energetica A1.”
L’eccellenza del sistema Porotherm BIO PLAN 38 T9 è decretata dalla combinazione tra la tecnologia della rettifica e quella, oggetto di un approfondito lavoro di ricerca e sviluppo, dei setti sottili:
- grazie alla rettifica è infatti possibile realizzare giunti di malta di appena 1 mm, andando a eliminare completamente il ponte termico della malta e incrementando le performance energetiche.
- i setti sottili permettono invece di aumentare le file dei fori e la percentuale di foratura, migliorando così le prestazioni energetiche rispetto a un normale laterizio.