La Normativa italiana definisce il comportamento al fuoco dei laterizi secondo due concetti fondamentali: reazione e resistenza al fuoco
La Normativa italiana definisce il comportamento al fuoco dei laterizi secondo due concetti fondamentali: reazione e resistenza al fuoco
Il comportamento di un materiale nei confronti del fuoco comprende quell’insieme di trasformazioni fisico-chimiche conseguenti all’esposizione all’azione del fuoco.
La definizione generale di comportamento al fuoco comprende poi due concetti fondamentali, ben definiti e distinti dalla normativa italiana attualmente vigente: la reazione al fuoco e la resistenza al fuoco.
Nel caso del laterizio, questi due aspetti sono tra loro concettualmente ed operativamente diversi: la reazione al fuoco riguarda la classificazione del materiale mentre la resistenza al fuoco ricopre un aspetto propriamente progettuale.
Reazione al fuoco del laterizio
La reazione al fuoco rappresenta il grado di partecipazione di un materiale combustibile all’incendio al quale é sottoposto. La classificazione, in allegato al D.M. 15 marzo 2005, con modifiche apportate dal D.M. 16 febbraio 2009, derivata dalla direttiva 89/106/CEE, divide i materiali da costruzione, eccetto i pavimenti, in sette classi, inserendo al primo posto materiali non infiammabili e all’ultimo materiali autoestinguenti: A1, A2, B, C, D, E, F. I valori per la classificazione sono ottenuti esclusivamente da prove di laboratorio. Il laterizio, essendo un materiale che ha già affrontato il fuoco durante la fase di cottura, non è infiammabile e rientra quindi di classe A1.
Resistenza al fuoco del laterizio
La resistenza al fuoco rappresenta invece la caratteristica dei prodotti e delle opere da costruzione che permette di valutarne il comportamento durante un incendio, analizzandone la capacità di conservare determinate caratteristiche meccaniche per un certo tempo.
La loro classificazione è fornita dal D.M. 16 febbraio 2007. Nel caso di murature portanti, i valori di riferimento principali saranno: “R” stabilità strutturale; “E” tenuta; “I” isolamento. Nel caso di chiusure non portanti, come nel caso di tamponamenti, a essere analizzati saranno i valori “E” ed “I”.
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