Ricostruzione post sisma a L'Aquila

Ricostruzione post-sisma: i nostri laterizi scelti per la riqualificazione

Dopo il sisma del 2009, il centro storico de L’Aquila è un cantiere a cielo aperto, tra interventi di ricostruzione, messa in sicurezza e riqualificazione, come ad esempio l’edificio Santa Maria Paganica 5 progettato da 2Studio.

10 anni dopo la ricostruzione post-sisma de L'Aquila

A dieci anni di distanza dalla violenta scossa di terremoto che nel 2009 sconvolse la vita economica, sociale e culturale de L’Aquila, il centro storico del capoluogo d’Abruzzo è ancora oggi un cantiere a cielo aperto, o meglio il «cantiere più grande d’Europa». Il processo di ricostruzione delle zone colpite procede, infatti, a rilento, con le periferie ormai completate e il centro invece ancora popolato da puntellamenti e impalcature.

Un percorso in divenire che fa della città abruzzese «il più importante esempio di rigenerazione urbana dal dopoguerra», come lo ha definito il sindaco Pierluigi Biondi, che annovera diversi interventi di ricostruzione post sisma che puntano sull’integrazione tra estetica, sicurezza sismica ed efficienza energetica.

Tra questi il progetto firmato dallo studio di ingegneria e architettura 2Studio de L’Aquila che ha interessato un palazzo in piazza Santa Maria Paganica, a due passi da corso Vittorio Emanuele e dalla zona rossa della città. Un nuovo immobile pensato per inserirsi in modo armonico nel contesto architettonico circostante e in continuità con la dimensione storica dell’adiacente Palazzo Ardinghelli, realizzato probabilmente dall'architetto romano Francesco Fontana subito dopo il terremoto del 1703, e con la Chiesa di Santa Maria Paganica del XIV secolo, situata di fronte al lato sud del nuovo edificio.

L’intervento, interpretando il rapporto tra nuovo ed esistente all’interno di un centro storico consolidato, si basa non tanto sulla mimesi tra i due fabbricati quanto piuttosto sulla ricerca di un dialogo capace di rispettare il valore della realizzazione senza negarne la contemporaneità e il rapporto con lo spazio pubblico.

 

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